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suade che per ciò conseguisca il bramato vedere. Et
udirete quel che dice appresso alle brigate, perché lo
facessero oltrepassare:
Parla il quinto cieco
Occhi miei d acqui sempremai pregnanti,
quando fia che del raggio visuale
la scintilla se spicche fuor de tanti
e sì densi ripari, e vegna tale,
che possa riveder que lumi santi,
che fur principio del mio dolce male?
Lasso: credo che sia al tutto estinta,
sì a lungo dal contrario oppressa e vinta.
Fate passar il cieco,
e voltate vostr occhi a questi fonti
che vincon gli altri tutti uniti e gionti;
e s è chi ardisce disputarne meco,
è chi certo lo rende
ch un de miei occhi un Oceàn comprende.
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - De gl eroici furori
Il sesto orbo è cieco, perché per il soverchio pianto ha
mandate tante lacrime che non gli è rimasto umore,
fin al ghiacio et umor per cui come per mezzo diafano
il raggio visuale era transmesso, e s intromettea la luce
esterna e specie visibile, di sorte che talmente fu com-
punto il core che tutta l umida sustanza (il cui ufficio
è de tener unite ancora le diverse varie e contrarie) è
digerita; e gli è rimasta l amorosa affezzione senza
l effetto de le lacrime, perché l organo è stemprato
per la vittoria de gli altri elementi, et è rimasto conse-
quentemente senza vedere e senza constanza de le
parti del corpo insieme. Poi propone a gli circonstan-
ti quel che intenderete:
Parla il sesto cieco
Occhi non occhi; fonti, non più fonti,
avete sparso già l intiero umore,
che tenne il corpo, il spirto e l alma gionti.
E tu visual ghiaccio che di fore
facevi tanti oggetti a l alma conti,
sei digerito dal piagato core:
cossì vèr l infernale ombroso speco
vo menando i miei passi, arido cieco.
Deh non mi siate scarsi
a farmi pronto andar, di me piatosi,
che tanti fiumi a i giorni tenebrosi
sol de mio pianto m appagando ho sparsi:
or ch ogni umor è casso,
vers il profondo oblio datemi il passo.
Sopragionge il seguente che ha perduta la vista dal in-
tenso vampo che procedendo dal core è andato prima
a consumar gli occhi, et appresso a leccar tutto il ri-
manente umore de la sustanza de l amante, de manie-
ra che tutto incinerito e messo in fiamma non è più
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - De gl eroici furori
lui: perché dal fuoco la cui virtù è de dissolvere gli
corpi tutti ne gli loro atomi, è convertito in polve non
compaginabili, se per virtù de l acqua sola gli atomi
d altri corpi se inspessano e congiongono a far un
subsistente composto. Con tutto ciò non è privo del
senso de l intensissime fiamme; però nella sestina con
questo vuol farsi dar largo da passare: ché se qual-
ch uno venesse tócco da le fiamme sue, dovenerebbe
a tale che non arrebe più senso delle fiamme infernali
come di cosa calda, che come di fredda neve. Dice
dumque:
Parla il settimo cieco
La beltà che per gli occhi scorse al core
formò nel petto mio l alta fornace
ch assorbì prima il visuale umore,
sgorgand in alt il suo vampo tenace;
e poi vorando ogn altro mio liquore,
per metter l elemento secco in pace,
m ha reso non compaginabil polve,
chi ne gli atomi suoi tutto dissolve.
Se d infinito male
avete orror, datemi piazza, o gente;
guardatevi dal mio fuoco cuocente;
che se contagion di quel v assale,
crederete che inverno
sia, ritrovars al fuoco de l inferno.
Succede l ottavo, la cecità del quale vien caggionata
dalla saetta che Amore gli ha fatto penetrare da gli oc-
chi al core. Onde si lagna non solamente come cieco,
ma et oltre come ferito, et arso tanto altamente, quan-
to non crede ch altro esser possa. Il cui senso è facil-
mente espresso in questa sentenza:
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - De gl eroici furori
Parla l ottavo cieco
Assalto vil, ria pugna, iniqua palma,
punt acuta, esca edace, forte nervo,
aspra ferit , empio ardor, cruda salma,
stral, fuoco e laccio di quel dio protervo,
che puns gli occhi, arse il cor, legò l alma,
e femmi a un punto cieco, amante e servo:
talché orbo de mia piaga, incendio e nodo,
ho  l senso in ogni tempo, loco e modo.
Uomini, eroi e dèi,
che siete in terra, o appresso Dite o Giove,
dite (vi priego) quando, come e dove
provaste, udiste o vedeste umqua omei
medesmi, o tali, o tanti
tra oppressi, tra dannati, tra gli amanti?
Viene al fine l ultimo, il quale è ancor muto: perché
non possendo (per non aver ardire) dir quello che
massime vorrebe senza offendere o provocar sdegno,
è privo di parlar di qualsivogli altra cosa. Però non
parla lui, ma la sua guida produce la raggione circa la [ Pobierz całość w formacie PDF ]
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